Scrittore francese.
Studiò all'École normale supérieure negli anni Trenta, fu allievo di Marcel Mauss e di Géorges Dumézil.
Si laureò con una tesi intitolata Les démons de midi (edita postuma in Italia nel 1988).
Assieme a Bataille, col quale condivideva l'entusiasmo per il surrealismo, animò il Collège de sociologie.
Andò in Argentina, dove avrebbe collaborato alla rivista Sur, promuovendo nel contempo la rivista Lettres Françaises.
Tornato a Parigi nel 1945, lavorò presso l'UNESCO e creò la collana latino-americana La Croix du Sud e, dal 1952, la rivista Diogène, incentrata sulla nozione di "scienze diagonali", sulla quale avrebbe poi edificato la maggior parte della la sua opera.
Razionalista, attirato però dall'irrazionale, Caillois fu grande studioso di miti (Le mythe et l'homme, 1938), del sacro (L'homme et le sacré, 1939), del gioco (Les jeux et les hommes, 1958; trad. it. 1981), e della guerra (Bellone ou la pente de la guerre, 1963). Ma la sua riflessione, capace di estendersi ad ambiti davvero eterogenei, prese in considerazione anche l'importanza dell'immaginazione, del sogno e del fantastico. Forse i più alti risultati, a livello di stile, Caillois li avrebbe raggiunti con Pierres (1966), e col libro che ad esso fece seguito, Pierres réfléchies (1975).
Pubblicò anche un affascinante romanzom, intitolato Ponce Pilate (1961).
Dal 1971 fu accademico di Francia.